Cattedrale di Yamousoukro

Durante la realizzazione della Cattedrale di Abidjan il Presidente Félix Houphouët-Boigny, avendo in animo di trasferire la capitale da Abidjan a Yamousoukro, invitò lo studio Spirito a produrre un progetto per una Nuova grande Cattedrale adeguata all’intervento. Boigny aveva già chiaramente espresso il desiderio di realizzare un Tempio cristiano che superasse in dimensioni quello di S. Pietro in Roma. Progettammo un edificio più grande della C. di Abidjan e lo ponemmo in un grande lago che sarebbe stato ricavato deviando il corso di alcuni corsi d’acqua. Mentre la C. di Abidjan possiede 7 stralli orizzontali, questa ne avrebbe avuti 14 in verticale per le 4 direzioni cardinali per un totale di 56 (!) L’edificio all’interno era veramente enorme, ritenevo ( a torto) che Boigny ne sarebbe stato entusiasta. Ma il Presidente “voleva” una Cattedrale che non solo emulasse S. Pietro, ma una copia di S. Pietro ancora più grande!
Quindi il nostro progetto, anche se adeguato nelle dimensioni, non piacque dal punto di vista strutturale e ci fu richiesto un “secondo progetto” che fosse più grande di S. Pietro e simile a questo nell’architettura. Per una questione di opportunità e buonsenso ci rifiutammo di proseguire e la basilica venne poi realizzata secondo i desideri del Presidente Boigny da un architetto libanese. Ancora oggi sono convinto della nostra scelta e felice del nostro rifiuto a proseguire questa progettazione, perché considero S. Pietro unica e irripetibile. A tal proposito riporto questi commenti letti su Internet relativi alla Cattedrale di Yamousoukro:
“…Detto questo nulla giustifica la costruzione di questa vera e propria cattedrale nel deserto nel cuore della foresta africana con una totale mancanza di grazia, un disinteresse evidente per l’integrazione nel complesso urbanistico della città e un endemico amore per il kitch; anche se il Guinness dei primati la considera la chiesa più grande del mondo, coi suoi 30.000 m² di superficie; è infatti più alta (158 m, altezza misurata con la croce posta sulla cupola, contro 133), più lunga e più larga del suo modello romano, di certo non si contraddistingue per la sua bellezza ed armonia col contesto, elemento fondamentale per la riuscita di ogni buona architettura. Un anacronismo vero e proprio nel cuore dell’Africa, un gigantismo fine a se stesso e una costruzione che offende profondamente tutti quei secoli di storia che hanno reso la basilica di San Pietro un capolavoro dell’arte occidentale. A voi comunque il giudizio…”
Dott. Arch. Roberto Franzosi

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